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venerdì 6 marzo 2015

Una Mela per cena

La Mela di cui voglio parlare non c'entra niente con la cena dell'altra sera.
Di quella parlerò, prima o poi, anche per lasciare traccia degli esperimenti culinari.

La Mela di stasera è il simbolo della Apple.

Dunque, ormai da anni mi sono convertito al Mac.
Nonostante la sensazione, a volte, di avere le mani legate (da una catena d'oro)il mondo Apple è tutta un'altra cosa rispetto a Windows, con buona pace degli ammiratori di Bill Gates.

Fino a qualche anno fa, dicembre 2012 per l'esattezza, avevo anche un iPhone 4.
Poi, dopo averlo annegato nel tentativo di salvare una stella marina crudelmente torturata da un militare ragazzino in una spiaggia proibita di Cuba (Cajo Romano), ho deciso di non meritare tanta tecnologia e mi sono accontentato del blackberry aziendale.

A dire il vero, ho resistito poco al martirio di questa specie di cilicio tecnologico (il blackberry, intendo) e, consigliato dei miei figli che, senza colpe, armeggiano con un iPhone (pagato dal babbo) ho acquistato un Nokia 820 con Windows Phone.

Non posso dire che sia stata un'esperienza disastrosa, anzi. Molte cose di quel telefono e di quel sistema operativo sono piacevoli e, talvolta, come nel caso dell'interfaccia, all'apparenza più moderne di quelle dell'iPhone.

Il desiderio di tornare al mondo Apple era però sempre latente. 
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mancanza dell'app Windows Phone per il fitbit (un bracciale contapassi) che mi ha regalato Elisabetta per il compleanno.

Ieri, quindi, ho preso coraggio, ho considerato espiata la mia colpa e mi sono regalato un iPhone 6.

Ho acquistato una nanosim sostitutiva della sim del Nokia e, con la frenesia di un bambino la mattina di Santa Lucia, ho iniziato ad armeggiare con il nuovo acquisto.

La configurazione dell'iPhone è stata facilissima. 
Come tutti i prodotti Apple, intuitiva, veloce, senza intoppi. Un orgasmo tecnologico, insomma.
L'attivazione della nuova sim, invece, un'altra cosa. Sempre con una  metafora: una cilecca, una disfatta completa. 

Collegato al WiFi di casa l'iPhone funziona come un gioiello. 
Posta, WhatsApp, Facebook, Instagram: tutto in funzione in pochi minuti.


Della connessione a Vodafone, invece, nonostante sia passato molto più della mezz'ora dichiarata dal commesso del negozio, nemmeno l'ombra.

Decido quindi di chiamare il 190 (risparmio di riportare le siracche per aver tentato di arrangiarmi sull'inutile sito faidate.vofafone.it).
Dopo più di 40 minuti di attesa (quaranta davvero, li ho contati) accompagnati da una insopportabile musichetta, una cortese signorina che a malapena parla l'italiano, mi consiglia di moltiplicare per 48 la mezz'ora di attesa del suo "collega" del punto Vodafone.

Giuro, sono stato anche gentile con lei, soprattutto per le sue difficoltà linguistiche e, quando mi ha fatto capire che avrei dovuto valutarla, le rispondo che lei era stata brava, ma quei quaranta minuti avevano azzerato ogni entusiasmo e quindi sarei stato impietoso (cosa che ho fatto rispondendo con uno zero all'sms ricevuto oggi).

Rassegnato ad aspettare, decido di sincronizzare l'iPhone con il mio Mac Air (l'orologio segna, più o meno, mezzanotte).

Qui inizia lo spettacolo.
Lo sfondo del mio iPhone 4 2012 recuperato
sull'iPhone 6 2015. Siamo Luca ed io sul
tetto del mondo (il Carega...) durante il
giro lungo l'E5 nel 2011.  

In pratica, per farla breve, iTunes mi propone di ripristinare un back up del mio iPhone affogato.
Lusingato e un po' commosso dalla possibilità di far letteralmente riemergere quei ricordi, ripristino il back up invece di aggiungere un nuovo iPhone.

A questo punto, finita la sincronizzazione, il mio iPhone 6 si trasforma, come per magia, nel mio vecchio iPhone 4.
Immagine di sfondo, settaggi, app installate, tutto come allora! Persino gli sms!

Dopo un primo momento di euforia, mi devo però ricredere.

Il ritorno al 2012 è stato addirittura esagerato.

In pratica il ripristino ha ricoperto tutto, ma proprio tutto, incluso il sistema IOS balzato indietro alla versione di allora. 

Niente paura però. In casa Apple questo problema si risolve da solo con un lungo aggiornamento automatico.

Quello che non riesco invece a  risolvere, in nessun modo, è il recupero di un Id Apple che avevo cancellato nel 2013 e che insiste a chiedermi una password ormai inesistente.

Alle due di notte la situazione è quindi  un iPhone 6 con il sistema del 2015, i dati del 2012 ed un Id Apple irremovibilmente  scaduto che ogni due per tre fa capolino.

Dopo innumerevoli tentativi e vaffa alle inutili FAQ di Internet (incluse quella Apple, per la verità) cedo e chiedo aiuto all'assistenza Apple attraverso l'apposito pulsante.

Una videata mi propone una serie di orari per un appuntamento telefonico con un tecnico.
Scelgo lo slot di questa mattina alle 9.15.

Alle 9.15 in punto, il mio telefono squilla.
Una voce registrata, senza tediarmi con inutili avvisi o pubblicità, né, tanto meno, con odiose musichette, mi offre due opzioni:

  1. parlare con il tecnico prenotato
  2. rimandare l'appuntamento.
Scelgo 1.

Un gentile ragazzo prova inutilmente a risolvermi il problema, scusandosi, contrito, ogni volta che mi mette in attesa per consultare qualche collega.
Poi si arrende e mi mette in contatto con il livello superiore di supporto.
Una ragazza, ancor più gentile, dopo qualche tentativo risolve il problema, assistendomi pazientemente in tutte le fasi della manovra.
Alla fine della telefonata mi comunica addirittura la sua mail di servizio ed il numero di pratica a cui fare riferimento per avere, se del caso, un aiuto diretto sulla stessa problematica senza bisogno di passare di nuovo dall'assistenza telefonica (lo ricordo, del tutto senza musichette né attese).

Uno può dire che i prodotti Apple sono cari e che questa efficienza è il minimo da pretendere a fronte del loro costo.

La domanda sorge però spontanea: forse che Vodafone regala le telefonate per fornire un servizio così diverso?

P.S.: la nuova sim si è attivata, più o meno, 36 mezzore dopo la richiesta...











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