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venerdì 20 marzo 2015

Be calm



L'appuntamento con l'eclissi totale è alle 9.31, Greenwich Time, sotto il Big Ben. 

Ci incamminiamo lungo la Haymarket verso Trafalgar Square, dopo aver fatto colazione nello Starbucks sotto casa. Non c'è però il banana walnut bread, il dolce  così apprezzato negli States, ma  la lemon loaf che servono qui a Londra, si batte quasi alla pari. 

Nella piazza  protetta dai leoni e dalla statua di Nelson, un gruppo di giovani freakettoni festeggia un "happyness day" dispensando ai passanti narcisi gialli e "free hugs" (abbracci gratis...). 

A noi capita una ragazza sui 25, sorridente e gioviale. Quando accetto il suo abbraccio, sperimento, come accadeva in Germania, la differenza nell'approccio.  Io parto porgendo la guancia sinistra, spostando quindi la testa a destra. Lei, di fronte fa esattamente il contrario e, spostandosi a sinistra mi sfiora con un bacio sulla bocca proprio davanti alla mia consorte.
 Il clima è talmente rilassato che scoppiamo a ridere tutti e tre senza imbarazzi. 

Un cielo coperto e quasi spento ci accompagna verso il nostro appuntamento. La luce fioca, poco più di trenta candele, affievolisce lentamente fino al minimo quando intuisci solamente che il sole deve essere quasi del tutto coperto. 
L'effetto notte si avverte appena,  un po' le nuvole, un po' la forza della nostra stella fanno si che il tutto non sia poi così eclatante. 

Ogni volta ci ricasco. Mi immagino di vivere la notte di un secondo, quell'improvvisa oscurità che, come nei racconti da bambino, fa impazzire gli animali ed invece è tutto poco più che un   temporalone. 
La prossima volta vado alle Isole Faroe o dove il buio si presenta al completo oltre che puntuale. 

Che poi, se uno ci pensa, non è tanto straordinario che i due astri passino ogni tanto uno di fronte all'altro, quanto il fatto che tutti e due, visti dalla terra, abbiano le stesse dimensioni apparenti! 

Passato il momento magico, non ci resta che iniziare il nostro giro costeggiando la riva sud del Tamigi dal London Eye verso est. 


Come nelle stazioni del metro, dove gli street artist hanno i loro spazi dedicati, anche lungo questa passeggiata trovi ogni tanto musicisti da sballo. 
Sul Millenium bridge, un nero in carrozzina riesce a riprodurre melodie incredibili addirittura tambuellando su un grande cesto d'acciaio inossidabile. 
 
La visita alla Tate Modern è d'obbligo. E,  come sempre, riempie gli occhi di bellezze diverse dalla volta prima. Ci colpiscono in particolare un dipinto di Dall che sembra avere una sua luce e tre quadri di un cinese raffiguranti dei secchi vuoti. 



Bella anche la sezione dedicata ai manifesti di propaganda sovietica. Il pensiero al nostro amico Beppe colà espatriato è d'obbligo. 

Un divertimento particolare lo trasmettono i bambini in gita scolastica, stravaccati sul pavimento nel creativo tentativo di copiare qualche opera. 
 

A pranzo scegliamo di mangiare un Fish and chips in un vero pub, dove devi ordinare al banco prima di sederti. Il locale è pieno di londinesi in pausa pranzo che approfittano dell'attesa per sorseggiare la prima di una serie di birre. Non oso immaginare la produttività pomeridiana...
Con lo stomaco ben pieno riprendiamo il percorso verso il Tower Bridge. Un sole vigliacco ha spazzato via dal cielo tutte le nuvole regalandoci un luminoso pomeriggio che spendiamo in giro a Regent park dopo aver fatto un vero e proprio salto davanti agli Abbey Road Studios per vedere gli automobilisti imprecare contro i turisti che attraversano in fila indiana le famose strisce della copertina del disco dei Beatles. 


Una giornata intensa, riempita proprio in ogni momento, nell'attesa di uscire a cena con Enrico che ha deciso di farci mangiare il pesce a Londra ...

P.s.: la qualità delle foto è quella dell'iPhone. Non avevo voglia di portarmi in giro macchinette con il tempo che c'era al momento dell'uscita. Non potevo immaginare un cambio di luce così profondo. Domattina, con qualunque tempo, vado in giro con la reflex.

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