La mia fila è quasi alla fine della lunga platea.
il pianoforte di Danilo Rea (Fazoli) e il microfono di Gino Paoli (non riesco a leggerne la marca...) sembrano emergere da un orizzonte lontano.
Il posto accanto a me è vuoto.
Avevo prenotato anche per Elisabetta, ma seguirmi in queste domeniche di lavoro milanese è oggettivamente difficile per lei.
La sedia libera però non sfugge ad un signore che mi chiede se posso scambiare il posto con lui. Quando capisce che i posti che gli concedo sono addirittura due, proprio come stava cercando, mi ringrazia mille volte.
Così, da qualche fila più avanti, assisto al ripetersi del miracolo del Poliziotto con mille dita: Danilo Rea.
Da quel Fazioli escono rotoli di note così armonicamente sincopate che trasformano, senza dileggiarle, le piu belle canzoni del cantautore genovese.
Che, un po' annoiato come sempre, si lascia andare, con la sua voce inconfondibilmente rugosa ad un repertorio variegato ed altalenante, tra canzonette napoletane e melodie francesi, passando ovviamente per i suoi pezzi più classici da La Gatta a Sapore di Sale, dal Cielo in una stanza a Una Lunga Storia d'amore.
I due (anzi solo Rea) regalano anche un medley con alcune delle più belle canzoni di Amici non ci sono più. Quanto tocca a Bocca di Rosa, arrangiata dalle cento mani meravigliosamente jazz del pianista, non so cosa è successo, se sia stata la polvere anni '50 che mi porto dalla casa di Via Papa o, forse, chissà, ma i miei occhi hanno iniziato a lacrimare.
Bella serata, davvero, le magie del Poliziotto Rea (lo chiamo così per la sua posa composta e il suo panciotto da commissario) e le Poesie di
Paoli, cantate col disincanto di chi le ha viste tutte e non ha niente da perdere a mettersi in gioco, le sue parole, la sua musica, ma soprattutto quel sapore da 45 giri che la sua voce ha risvegliato nella mia memoria, hanno cancellato cone d'incanto, la stanchezza di questo ennesimo week end da manovale...